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Management e marketing

Strategia e strumenti decisionali

08 Aprile 2013 • di Carlo Pietrosanti

Un progetto di volontariato manageriale: PERLIMPRESA

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Vi raccontiamo un’esperienza che stiamo vivendo in prima persona.
A sostegno delle PMI in difficoltà, organizzato da FEDERMANAGER Ancona e Pesaro-Urbino, PERLIMPRESA (vedi anche l'articolo di Roberto Rocchegiani) nasce per favorire l’incontro tra competenze manageriali resesi disponibili e aziende in uno stato di disagio nel governare il proprio mercato. Non un’offerta di consulenza tradizionale, ma un’opportunità a costo zero per le aziende che intendono avviare nuovi percorsi strategici o cercare soluzioni ritenute impossibili.
Rimaniamo a disposizione dei lettori di Setup Impresa che volessero ottenere ulteriori informazioni su questa nostra iniziativa.

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Nella lingua cinese la parola “crisi” si scrive con l’utilizzo di due ideogrammi dove il primo significa “pericolo” ed il secondo “opportunità”. Questa associazione dei due termini, suggestiva anche dal punto di vista grafico e frutto della saggezza della filosofia orientale, ci suggerisce che porre l’attenzione al pericolo è un fatto doveroso, anche perché istintivo, ma la ricerca di opportunità, spesso collocate nel futuro, non deve essere omessa.

 

                                              

 

La focalizzazione dell’attenzione sul solo pericolo rischia di portare alla depressione; e se anche si dovesse riuscire ad esserne fuori è molto probabile che, in assenza di prospettive future, il pericolo si potrebbe ripresentare in un futuro prossimo, magari con caratteristiche differenti ma conseguenti.


2008-2013: gli anni del “pericolo”

È ormai più di un quinquennio che l’attuale crisi di mercato sta contaminando quasi tutto il mondo. Una crisi che in Italia sta mietendo vittime sia a livello umano sia a livello impresa; molte sono infatti le persone, tra queste molti imprenditori, che sopraffatti dalle difficoltà si sono tolti la vita e moltissimi sono quegli imprenditori che hanno dovuto chiudere la propria azienda spesso frutto dell’impegno di più generazioni.

La PMI è quella che ha pagato, e sta ancora pagando, il tributo più alto a questa crisi a causa della quale si è ridotta considerevolmente la capacità di spesa degli italiani determinando un volano perverso che ha coinvolto aziende leader e loro terzisti; il primario ed il suo indotto.

Molte sono le cause che hanno messo in difficoltà le PMI. Certamente la contrazione dei mercati, la chiusura del credito da parte degli istituti bancari ed il blocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione sono tra i fattori più devastanti perché hanno determinato una carenza di liquidità e l’aumento dell’indebitamento delle imprese. Tuttavia a queste cause, che possiamo definire esogene, se ne sono sovrapposte altre, endogene, che riguardano un diffuso minimalismo manageriale nelle modalità di conduzione del business da parte della PMI. Modelli organizzativi superati e pertanto inadeguati e processi di gestione inefficienti hanno aggiunto ulteriori difficoltà a quelle di cui sopra ed hanno eroso i già esigui margini prodotti da un mercato in forte contrazione. Mercato divenuto sempre più competitivo a causa dell’import di prodotti fabbricati da concorrenti agguerriti che producono in aree geografiche dove i costi di produzione sono talmente bassi da compensare l’extra costo delle spedizioni.

Ma tra le cause endogene certamente la più critica e determinante è stata la forte concentrazione dell’attenzione sulla riduzione del costo piuttosto che sulla ricerca dell’efficienza complessiva delle gestione. Il panico che si è sviluppato ha spinto molti imprenditori ad effettuare tagli sempre maggiori alle spese, spesso nella condizione in cui quanto tagliabile era già stato tagliato (l’attenzione ai costi è una costante per qualsiasi azienda). In molti casi sono stati passati nella mannaia della riduzione del costo anche quelle spese, classificate banalmente come “uscite”, anche se destinate a capitoli di spesa appartenenti al novero degli investimenti.

La diffusa ritrosia al cambiamento e la scarsa propensione ad immaginare il futuro, caratteristiche queste dovute a quel minimalismo manageriale citato in precedenza, rischia di far perdere a qualche azienda le opportunità che il mercato potrebbe presentare in un futuro molto prossimo.


2013 – 2016: gli anni delle “opportunità”

La globalizzazione del mercato, dopo una fase di “colonialismo economico” da parte dei paesi occidentali nei confronti di quelli economicamente più deboli, è in una fase di modificazione. Alcuni di questi paesi, raggruppati nell’acronimo BRICS (Brasile, India, Russia, Cina e Sudafrica), hanno infatti oggi assunto un livello di competitività elevatissimo che porterà le loro imprese ad invadere sempre di più i mercati occidentali con propri prodotti e propri brand. Questi paesi sono inoltre caratterizzati da una forte crescita della domanda interna al punto da essere considerati delle economie emergenti se non addirittura consolidate. La loro trasformazione da colonie a potenze economiche rappresenta un elemento di discontinuità planetario che sta imponendo alle imprese occidentali un nuovo modo di considerarli; da terzisti a competitor, da fornitori di manodopera a basso costo a clienti.

È lecito pertanto ritenere che la prevedibile ripresa del sistema economico mondiale sarà molto aggressiva anche per la PMI che dovrà adeguarsi ai nuovi scenari che andranno a delinearsi. Le imprese dovranno affrontare, pena la perdita di competitività, un proprio percorso di discontinuità nella loro organizzazione interna; saranno costrette a rivedere i propri processi di gestione per poter acquisire la necessaria flessibilità per essere pronti a modellare velocemente il proprio business sia per difendere la propria posizione sul mercato domestico sia per aprirsi ai nuovi e promettenti mercati.

Le regole della gestione d’impresa prima dell’attuale crisi non saranno più idonee perché troppo poco dinamiche per affrontare quello che potrebbe essere definito il “big bang” dei mercati: un’esplosione della domanda globale che investirà le aziende che dovranno prepararsi ad essere competitive gestendo rischi e affrontando complessità se vogliono cogliere le enormi opportunità che si presenteranno.

Questi mutamenti e queste trasformazioni del quadro economico globale stanno ridefinendo con una diversa dinamica, e con un altrettanto diverso dinamismo, il mercato mondiale dove “innovazione” e “tecnologie” saranno i fattori chiave del successo per le imprese negli anni a venire.

 

PERLIMPRESA

In un siffatto scenario si impone, soprattutto nella PMI, una revisione critica anche del ruolo del manager. Non più soltanto un efficiente ed efficace attuatore delle direttive dell’imprenditore, ma anche un interlocutore per il cambiamento. Non più soltanto un gestore di risorse, ma anche un referente nella valutazione dei fattori strategici e nella costruzione di una visione per il futuro. Asseriva Samuel Goldwin: “Mai fare previsioni, specie riguardo il futuro”. Ma è compito degli imprenditori fare previsioni, e proprio “riguardo al futuro”, che oggi si presenta quanto mai mutevole e complesso. È proprio del ruolo del manager quello di non lasciare solo l’imprenditore in questa onerosa incombenza e di supportarlo nel consolidamento della visione.

 

            

 


PERLIMPRESA è un progetto di “volontariato manageriale” che si pone l’obiettivo di offrire, alle PMI che ne faranno richiesta, una servizio di “management counselling” per sostenerle ed indirizzarle nell’affrontare la sfida della “innovazione” e delle “tecnologie”.

Non pertanto una convenzionale consulenza onerosa, bensì un’attività di “ascolto” a titolo gratuito dalla quale scaturiranno delle vere e proprie indicazioni o consigli sul da farsi. Una attività di “ascolto” perché basata su interviste mirate e conclusioni elaborate collegialmente dal gruppo di lavoro PERLIMPRESA partecipante all’iniziativa e i manager coinvolti.

 

    

 

Un percorso che ha l’obiettivo di valorizzare i manager di linea ed i quadri direttivi fornendo loro le basi di conoscenza e di giusta autostima per essere proattivi nel sostenere ed indirizzare l’impresa nel suo percorso di innovazione e di discontinuità che il mercato richiede. PERLIMPRESA si prefigge in sintesi di costruire una nuova cultura di gestione d’impresa dove l'imprenditore si mette in ascolto ed il manager si pone nella condizione di interlocutore fiduciario per la ricerca di nuove dinamiche di recupero della competitività dimostrando con i fatti, che si "può fare", si può trasformare con l’innovazione un problema in opportunità, una situazione di crisi in una scommessa coraggiosa.

Un percorso che metterà in evidenza l’importanza e la centralità del management nella vita dell’azienda e farà capire agli imprenditori che nella propria azienda ci sono anche valori "intangibili" non presenti nel bilancio, ma che costituiscono tuttavia un patrimonio aziendale da coinvolgere per capire ed affrontare nuove sfide e per risvegliare la “voglia di fare impresa”.

Per raggiungere questo obiettivo PERLIMPRESA si avvale di un gruppo di manager, di lunga e comprovata esperienza, dotato di una pluralità di professionalità in grado di agire sulla gran parte dei processi delle aziende. Un’opportunità a costo zero per le aziende per essere indirizzate nell’intraprendere nuovi percorsi strategici o per cercare soluzioni di efficientamento, anche laddove ritenute impossibili.

 

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