Responsabilità sociale e compliance
22 Luglio 2011 • di Roberto Rocchegiani
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Chi si occupa di consulenza aziendale si sarà sicuramente imbattuto molte volte in aziende dove manca la motivazione, mancano i sorrisi, manca quel clima giusto per realizzare al meglio gli obiettivi di produttività e di qualità. Le imprese sono stressate dalla ricerca affannosa della “soddisfazione del cliente”, perché è con il fatturato che si misura la capacità di crescita di un’azienda, è il fatturato che valorizza i rating di affidabilità per l’ottenimento del credito. In questo mio intervento cerco di dimostrare che non tutti gli obblighi normativi vengono per nuocere…
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Un’azienda, può venir valutata da un cliente o da un investitore, già dal primo approccio con i lavoratori, il cosiddetto Front Office, una voce al telefono, un sorriso sincero alla reception, sono tutti elementi intangibili che possono determinare un inizio positivo o negativo del nostro business.
Un clima interno negativo, con i lavoratori che collaborano malvolentieri agli obiettivi dell’’azienda, non concorre certamente a questi intenti e se pur si cresce, le fondamenta sono di sabbia.
Decreto legislativo 9 Aprile 2008, n. 81 integrato con:
Estratto:
Estratto: Disposizioni transitorie e finali |
Il legislatore, quindi, ci fornisce una motivazione in più per analizzare il nostro CLIMA.
Dobbiamo, partendo dal 31 dicembre 2010, iniziare la nostra valutazione, verificando il livello di stress sulla base di una valutazione “necessaria” (preliminare) e una “eventuale”, da attivare nel caso in cui la valutazione preliminare rilevi elementi di rischio da stress lavoro-correlato (SLC) e le misure di correzione adottate a seguito della stessa, dal datore di lavoro, si rilevino inefficaci.
La forzatura di affiancare una semplice valutazione del CLIMA a una valutazione dei rischi (VDR) da SLC, poteva sembrare eccessiva prima del 2008, ma con gli sviluppi socio/economici di questo ultimo triennio, la gestione del personale è divenuta materia delicata e soprattutto ricca d’insidie.
È bene quindi portare al tavolo del top management, argomenti “intangibili” analizzati dalla VDR da SLC.
La metodologia analizzata è quella proposta dall’ISPESL.
Fonte: sito Ispesl www.ispesl.it
Analizzando l’applicazione per imprese con oltre dieci dipendenti, la proposta si basa sul seguente schema di azioni, molto vicino al ciclo di Deming (metodo PDCA), con l’aggiunta della fase di analisi, prima di procedere alla pianificazione degli interventi e alla verifica dell’efficacia delle azioni correttive.
Il livello A prevede la raccolta degli indicatori oggettivi, ossia verificabili, che è possibile associare a condizioni di stress da lavoro, attraverso la compilazione della check list di indicatori verificabili, appositamente predisposta:
L’analisi di questi indicatori permetterà l’individuazione del livello di rischio SLC che viene valutato in modo graduale (basso, medio, alto). In questa fase devono essere già ipotizzate e pianificate azioni di miglioramento.
Se non si rientra in una valutazione di rischio basso, occorrerà mettere in atto delle azioni di miglioramento, e nel frattempo misurare la percezione dello stress dei lavoratori, attraverso l’utilizzo di strumenti specifici (es. questionari) che verranno analizzati in modo aggregato, nel senso che non saranno considerate le singole condizioni di stress occupazionale, bensì quelle dell’organizzazione.
Tornando al nostro discorso iniziale sul CLIMA aziendale, è chiaro che se la situazione dello stress da lavoro correlato ha un livello di rischio medio o peggio ancora alto, la naturale conseguenza o genesi del problema si ricollega al CLIMA AZIENDALE.
Nella sessione "Strumenti" di questo articolo, alleghiamo un questionario già compilato da un’azienda che potrebbe rientrare nella media delle PMI con circa cinquanta dipendenti.
Il consiglio è di leggere le domande che appaiono nel questionario soprattutto sotto il profilo della misurazione del CLIMA, al fine di poter trovare un’ulteriore motivazione per sottoporla all’imprenditore e discuterla nei dettagli, in quanto a molte di queste domande è collegato anche il raggiungimento di altri obiettivi come quelli della crescita e della qualità dell’azienda.
DOI 10.4439/rsc13
In allegato una simulazione di valutazione del rischio da stress di lavoro correlato di una PMI con 50 dipendenti
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