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Imprese sociali

Normativa e adempimenti

05 Ottobre 2011 • di Ferdinando Franguelli

La valutazione della redditività delle cooperative agricole

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Lo studio del processo di creazione, valutazione e distribuzione di valore nelle cooperative assume fondamentale importanza per chi intende esprimere giudizi sulla validità economica e sociale delle imprese mutualistiche e l’effettivo svolgimento della funzione sociale costituzionalmente loro riconosciuta.
Le loro particolari caratteristiche, la normativa speciale che ne regola le varie tipologie richiedono l’individuazione di metodologie di analisi economiche e finanziarie applicabili ai vari settori di appartenenza più adatte a esaltare gli aspetti peculiari della loro complessa gestione che le rendono imprese per numerose ragioni diverse da quelle capitalistiche.
 

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Sommario

  1. L’impresa mutualistica
  2. L’informativa obbligatoria di bilancio nell’impresa cooperativa
  3. Scambi di tipo mutualistico e capitalistico nell’impresa cooperativa

  

1. L’impresa mutualistica

Le cooperative sono imprese mutualistiche il cui scopo è caratterizzato dalla ricerca del miglior grado di soddisfazione possibile delle aspettative dei soci attraverso lo svolgimento delle attività d’impresa indicate statutariamente dall’oggetto sociale.
In pratica gli amministratori, chiamati a gestire l’impresa per volontà dei soci che li hanno nominati, devono compatibilmente con le limitazioni poste dal generale andamento dell’economia e più in particolare del settore in cui operano ma soprattutto dalle risorse finanziarie, lavorative e materiali apportate all’impresa dai soci, rendere possibile il più alto grado di soddisfacimento economico possibile dei medesimi apporti.
Tutto ciò può essere rappresentato dal punto di vista dei soci, in estrema sintesi e per semplificare, dalla corresponsione di una soddisfacente remunerazione dei loro apporti in linea con quanto il mercato avrebbe per gli stessi economicamente garantito.
Va necessariamente tenuto conto però degli ulteriori indiretti benefici di cui gli stessi soci godono a seguito dello scambio mutualistico, che non sono traducibili economicamente ma evidenziabili attraverso i parametri sociali utilizzati nelle analisi relative alla “responsabilità sociale” con i quali l’impresa valuta e comunica periodicamente i risultati della sua attività, che vanno aggiunti quindi ai benefici finanziari ed economici.

 


2. L’informativa obbligatoria di bilancio nell’impresa cooperativa

Per soddisfare le esigenze conoscitive di cui sopra l’art. 2 della legge 31 gennaio 1992 n. 59 prima e attualmente l’art. 2545 c.c. hanno sancito l’obbligo, per le predette società ed i loro consorzi, di indicare nella relazione degli amministratori al bilancio annuale specificatamente i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento degli scopi mutualistici in conformità con il carattere cooperativo della società.
Con ciò si è ritenuto necessario imporre agli amministratori il compito di fornire un’idonea informativa di bilancio anche su aspetti non propriamente patrimoniali, economici e finanziari bensì sulla correttezza ed efficacia dei criteri mutualistici, che come detto si sostanzia e si misura con il grado di soddisfacimento economico e sociale delle aspettative dei soci.
Il legislatore ha ritenuto in tal modo dare rilievo al valore sociale della cooperativa che, spesso trascurato, è da ritenersi invece fondamentale perché in grado di favorire lo sviluppo dell’impresa mutualistica contribuendo quindi a realizzare in concreto i principi su cui una cooperativa deve fondare la propria azione sociale che deve considerarsi valida e pienamente attuata solo se viene perseguita unitamente a un soddisfacente risultato economico nel lungo periodo.
Diviene necessario, quindi, individuare e scegliere i metodi di valutazione della redditività dell’impresa cooperativa idonei a valutare l’aspetto economico della complessa gestione cooperativa, senza però perdere di vista lo scopo sociale che, si ribadisce, è determinante anche per il conseguimento di validi e soddisfacenti risultati aziendali, proprio per l’importanza che deve essere attribuita alla partecipazione del socio, alla sua fedeltà al sodalizio e alla piena attuazione e qualità dello scambio mutualistico.
La determinazione dei criteri di valutazione della redditività delle cooperative agricole, oggetto della presente analisi, presenta una serie di difficoltà derivanti proprio dalle diverse finalità delle imprese cooperative rispetto alle imprese di capitale (Srl e Spa), diversità che comporta una specifica lettura del bilancio e una, per alcuni importanti aspetti, sua differente analisi.

 

  

3. Scambi di tipo mutualistico e capitalistico nell’impresa cooperativa

Tale difficoltà e sicuramente acuita da alcuni istituti della cooperazione, primo dei quali quello del ristorno che viene definito “come un istituto tipico del mondo cooperativo che permette di concedere ai soci un vantaggio mutualistico in via differita attraverso la ripartizione del risultato di gestione generato dai soci stessi in funzione degli scambi e dei rapporti economici intercorsi durante l’esercizio tra ciascuno di essi e la cooperativa”. che nelle cooperative agricole di produzione viene però normalmente corrisposto prima della chiusura dell’esercizio sotto forma di “conguaglio” (Andrea Ciccarelli, Laura Iacone, L’istituto del ristorno nelle cooperative, www.setupimpresa.it, 11 maggio 2011)delle remunerazioni assegnate provvisoriamente ai conferimenti, con la conseguente tendenza alla cosiddetta chiusura in pareggio del bilancio d’esercizio specie nel caso in cui l’attività sia svolta solo grazie all’apporto di prodotti agricoli conferiti dai soci.
Nel caso di attività svolta con i terzi diviene invece necessario distinguere il risultato economico realizzato dall’attività con i soci da quello conseguito dall’attività con i non soci.
Nelle cooperative a mutualità prevalente, pertanto, a differenza delle cooperative a mutualità piena, la redditività di impresa è di due tipi e civilisticamente andrà distinta quella prodotta dagli scambi mutualistici da quella prodotta dagli scambi capitalistici, così come impone l’art. 2545 sexies che recita “Le cooperative devono riportare separatamente nel bilancio i dati relativi all’attività svolta con i soci, distinguendo eventualmente le diverse gestioni mutualistiche”.
Tale disposizione non trovando sempre puntuale applicazione aggiunge ulteriori difficoltà a una significativa analisi di bilancio finalizzata alla valutazione della redditività dell’impresa cooperativa agricola.
Da ciò discende, nelle cooperative agricole, l’importanza, nelle analisi del bilancio relative alla redditività, della riclassificazione delle poste di bilancio e della necessaria ricerca di indici significativi specifici per tali tipi di imprese.
Gli studiosi della materia ritengono, infatti, che la particolare caratteristica delle cooperative che remunerano il proprio socio attraverso il pagamento dei conferimenti, invece che attraverso la distribuzione degli utili ottenuti alla fine dell’anno, ci porta a ripensare la metodologia dell’analisi di bilancio.
In particolare gli indici di redditività, come ad esempio il ROE (redditività del capitale proprio) o il ROI (redditività del capitale investito) ma anche il ROS (redditività delle vendite) non sono idonei a misurare la vera redditività della cooperativa, perché non tengono conto del fatto che parte o tutta la redditività della cooperativa viene incorporata nella voce dei consumi. Per i motivi sopra evidenziati occorre rideterminare la voce dei consumi in modo da scorporare il vantaggio attribuito ai soci produttori.
Lo schema di bilancio previsto dal codice civile per le imprese cooperative impone di separare il valore degli acquisti effettuati sul mercato da quello relativo agli apporti effettuati dai soci (conferimenti). Ovviamente solo quest’ultimo incorpora una redditività riconosciuta ai soci, e spesso è proprio quest’ultimo valore che va evidenziato se si vuole correttamente misurare la redditività prodotta dallo scambio mutualistico.
Nelle cooperative agricole caratterizzate da un andamento del mercato dei prodotti agricoli assai instabile e differenziato territorialmente, una particolare attenzione viene posta al confronto tra la remunerazione del prodotto conferito corrisposto dalla cooperativa in base ai criteri mutualistici attraverso acconti e conguagli, rispetto al prezzo ottenibile dalla vendita da parte del socio degli stessi prodotti sul mercato.
Le analisi di redditività applicate al comparto non possono pertanto prescindere dall’importanza che tale confronto assume in sede di decisione da parte degli amministratori circa l’entità dell’acconto da corrispondere che necessariamente dovrà essere prudenziale onde evitare la distribuzione di valore in misura superiore a quello effettivamente prodotto dallo scambio mutualistico.
Da ciò discende l’importanza per i soggetti interni alla cooperativa (amministratori, soci, organi di controlli) della quantificazione del valore economico effettivamente distribuibile nel corso dell’esercizio e quello residuo da corrispondere a conguaglio finale; lo stesso dicasi per i soggetti esterni (istituti finanziatori, Enti Pubblici erogatori di provvidenze, sistema fiscale) che seppure per scopi diversi sono chiamati a valutare e giudicare la gestione economica della cooperativa.
 

                                                                                                                DOI 10.4439/is10

 

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