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Responsabilità sociale e compliance

Sicurezza sul lavoro

12 Settembre 2011 • di Roberto Rocchegiani

La simulazione di emergenza come prova di Team Building

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La prevenzione nelle emergenze, se gestita efficacemente grazie a un programmato Piano di Emergenza, smentisce i molti luoghi comuni che solitamente accompagnano le cronache di eventi, a volte molto gravi.

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Ci capita spesso di leggere sui quotidiani, in occasione di calamità o incidenti, frasi di questo genere:

  • Non era possibile prevedere una simile calamità
  • I mezzi di soccorso sono arrivati in ritardo
  • La popolazione non era preparata a un simile evento
  • È mancato il coordinamento tra i soccorritori
  • I segnali premonitori non sono stati ascoltati
  • Mancavano le attrezzature di primo soccorso
  • In un attimo si è scatenato il panico e nessuno sapeva cosa fare

Frasi spesso seguite dalla specificazione del numero di vittime e feriti. In realtà, in queste situazioni “si sarebbe potuto fare di più, se solo si fosse fatta maggiore prevenzione”.
Che cos’è la prevenzione in termini di emergenza?

Vediamo com’è definita dal Testo Unico della Sicurezza:

 

Decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81, integrato con:

  • Legge 7 luglio 2009, n.88;
  • Decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106

 

Estratto:
SEZIONE VI - GESTIONE DELLE EMERGENZE

Articolo 43 - Disposizioni generali
1. Ai fini degli adempimenti di cui all’articolo 18, comma 1, lettera t), il datore di lavoro:
a) organizza i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso,
salvataggio, lotta antincendio e gestione dell’emergenza;

Articolo 45 - Primo soccorso
1. Il datore di lavoro, tenendo conto della natura dell’attività e delle dimensioni dell’azienda o dell’unità produttiva, sentito il medico competente ove nominato, prende i provvedimenti necessari in materia di primo soccorso e di assistenza medica di emergenza, tenendo conto delle altre eventuali persone presenti sui luoghi di lavoro e stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati.

 

L’emergenza deve essere innanzitutto definita in vari stadi e descritta nel nostro piano di emergenza.

A ogni livello di emergenza deve corrispondere un intervento specifico che impegni forze interne e, se necessario, forze esterne.

Nei casi di emergenza ogni singolo “attore” deve essere in grado di recitare il suo copione, perché in determinate situazioni potrebbe venire a mancare il “suggeritore”, e un intervento di emergenza operato senza l’adeguata preparazione e addestramento potrebbe aumentare il numero delle vittime.

Nel caos di un incendio, con feriti e personale in fuga, gli addetti all’emergenza interna possono fare la differenza.

La prima necessità è di gestire il CAOS, riportando nel più breve tempo possibile la situazione sotto il controllo del coordinatore dell’emergenza.

Ogni addetto deve avere compiti ben definiti, automatizzati durante gli addestramenti e le simulazioni.

Gli addetti al primo soccorso devono essere in grado di portare subito conforto e assistenza agli infortunati e dare il loro contributo in caso di necessità ai soccorritori esterni.

Gli addetti alla chiusura degli impianti devono mettere in sicurezza l’area oggetto dell’incidente, se necessario scollegando impianti di erogazione gas, elettricità ecc.

Gli addetti antincendio devono aver automatizzato l’utilizzo di estintori e spingarde, nel limite della salvaguardia della loro incolumità e di quella dei loro colleghi.

Gli addetti all’evacuazione devono guidare i lavoratori verso le aree sicure (punti di raccolta), che avranno scelto sulla base delle simulazioni, tenendo presente gli eventi atmosferici. Ad esempio in caso di vento da nord dirigersi verso il punto di raccolta 5 che sarà posto a Nord, quindi sopravento alla zona d’incendio, per evitare che fumo e calore confluiscano nella zona di raduno.

Ora il lavoro più delicato e importante è a carico degli addetti all’appello; l’elenco dei presenti stampato dalla portineria dovrà essere attentamente verificato, perché sarà prioritario comunicare il numero degli assenti ai soccorsi esterni.

Gli addetti all’intercettazione dei soccorsi esterni, muniti di segnalatori e giubbettini ad alta visibilità, riusciranno a far guadagnare secondi preziosi ai mezzi di soccorso, che saranno condotti immediatamente nelle zone indicate dal coordinatore dell’emergenza.

I soccorsi esterni possono essere una grande incognita:

  • arriveranno in tempo ?
  • avranno forze sufficienti per trasportare i feriti ?
  • conosceranno la nostra realtà produttiva ?
  • sapranno agire evitando ulteriori danni o vittime?

Ecco che l’articolo 43 art. 1 lettera a) del nostro D.Lgs. 81/08 ci aiuta indicandoci la giusta metodologia per organizzare i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso. Stiamo parlando del servizio di ambulanze, vigili del fuoco, protezione civile, capitaneria di porto ecc.

Se coinvolgiamo i servizi pubblici di primo soccorso nelle nostre simulazioni, identificando i “casi d’intervento” che dalla nostra valutazione dei rischi possono essere i più complessi e di difficile gestione, sicuramente ne trarremo un doppio beneficio:
1) permetteremo al personale d’intervento “esterno” di conoscere la nostra realtà e di intervenire con una migliore preparazione;
2) permetteremo ai nostri addetti di apprendere come comunicare e coordinarsi con i soccorritori esterni.

 

I vantaggi di una buona simulazione di emergenza:

  1. permettere a lavoratori appartenenti a diversi reparti/uffici di lavorare in team;
  2. aumentare la stima verso i colleghi. Il lavoratore che si presta a simulare un ferimento, dovrà, infatti, avere la loro piena fiducia;
  3. diminuire i dubbi in caso d’intervento reale;
  4. diminuire il CAOS in caso d’intervento reale;
  5. diminuire i tempi di reazione;
  6. testare il materiale di soccorso;
  7. far conoscere ai collaboratori esterni e alla città che ospita la realtà produttiva che c’è attenzione anche ai possibili danni collaterali (si pensi a incendi, emissioni di sostanze, ecc.). Perfino annunciando la simulazione con un breve trafiletto sui giornali locali, per avvertire che saranno messe in funzione sirene, accesi fumogeni, ecc.;
  8. attribuire un valore reale alla formazione degli addetti all’emergenza;
  9. creare la possibilità di una minor perdita economica in caso d’incidente reale (disaster recovery).

Alleghiamo, come esemplificazione, un video che riassume molti di questi punti. Si tratta di una simulazione di ferito a bordo di una nave in costruzione in un cantiere navale.

 

In allegato due VIDEO: 

Video 1: Simulazione evacuazione totale durante il turno serale in Isa Group Spa, cantiere navale di Ancona

Video 2: Esercitazione ferito a bordo alla Isa Group Spa, cantiere navale di Ancona

 

                                                                                                                                     DOI 10/4439/rsc14

Isa Group Srl

Simulazione di due esercitazioni

www.isayachts.com

     Simulazione evacuazione totale durante il turno serale 

     Esercitazione ferito a bordo 

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