Nel corso del convegno, la Prof.ssa Katia Giusepponi dell'Università di Macerata ha svolto un’interessante analisi dei bilanci sociali pubblicati dalle BCC fornendo spunti metodologici per il loro miglioramento.
Tutti gli altri interventi hanno contribuito a chiarire l'importanza che in un periodo di cambiamento epocale la comunicazione delle modalità di fare impresa è valorizzata grazie a uno strumento di chiarezza e trasparenza quale é ormai sicuramente da ritenersi il bilancio sociale correttamente redatto e asseverato.

Com’è noto il Bilancio Sociale è uno strumento che per alcune fondamentali ragioni che esamineremo in seguito, troverà sempre più ampia diffusione considerato che esso serve a fornire elementi di valutazione dell’assai poco considerato aspetto sociale dell’attività aziendale e quindi a verificare la coerenza della gestione d’impresa rispetto agli scopi sociali, evidenziando nello stesso tempo il valore creato dal processo produttivo destinato a soddisfare le esigenze dei soci e degli altri portatori d’interessi.
Aldilà dello specifico e notevole interesse che rende tale strumento nelle BCC pressoché indispensabile, considerata la loro speciale natura e i principi cooperativi e mutualistici a cui s’ispirano, (tanto da renderlo, a tutti gli effetti, un documento di missione), Il bilancio sociale sta sempre più assumendo, per la generalità delle imprese che intendono valorizzare la loro funzione sociale ed etica, una sempre maggiore importanza.

Gli argomenti trattati e gli interventi che sono seguiti hanno evidenziato la necessità di valorizzare la capacità informativa del bilancio sociale tenendo conto però che esso dovrebbe, specie nelle imprese cooperative, essere debitamente corredato da un’analisi del conto economico riclassificato con il criterio del valore aggiunto.
È evidente che i principi su cui si fonda l'impresa cooperativa conducono, se rispettati, alla produzione di un reddito sociale avente diversa qualità del valore normalmente prodotto e distribuito dall'impresa capitalistica; come sostenuto dalla più autorevole dottrina per pervenire alla conoscenza del reddito sociale dell'impresa, partendo dalla stessa contabilità aziendale, occorrerà eliminare dai costi quelle quantità che, rappresentando remunerazioni per i partecipanti diretti (impiegati e operai, finanziatori) o indiretti (Stato) alla produzione, sono valori da considerarsi nuova ricchezza creata dall'impresa.
Tali quantità, sommate al reddito d'impresa, vale a dire all’utile netto di esercizio indicato in bilancio come saldo del conto economico, andranno a formare il valore aggiunto di cui beneficiano tutti i portatori d’interessi.
Il bilancio sociale, integrato con l'analisi di bilancio riclassificato a valore aggiunto, soprattutto nelle imprese cooperative, svolge un importate ruolo informativo considerato la scarsa idoneità del conto economico a evidenziare la redditività conseguita nello svolgimento dell'attivita mutualistica e i benefici goduti dai soci dallo scambio mutualistico.
Va, infatti, tenuto conto che gli ulteriori indiretti benefici di cui gli stessi soci godono a seguito dello scambio mutualistico, non sono traducibili economicamente, ma evidenziabili solamente attraverso i parametri sociali utilizzati nelle analisi relative alla "responsabilità sociale"; in queste analisi i dati sono espressi nel bilancio sociale, che è il mezzo con il quale l'impresa valuta e comunica periodicamente i risultati della sua attività.
Tali benefici si aggiungono quindi a quelli finanziari ed economici evidenziati dal bilancio civilistico al fine di poter comprendere l'effettivo vantaggio prodotto dall'ente mutualistico.
Non si può pero fare a meno di evidenziare la necessità per l'impresa in generale di integrare lo strumento di comunicazione costituito dal bilancio sociale, che come detto ha principalmente lo scopo di esaltare la mission e rendere trasparente la gestione sociale nei confronti di tutti i portatori d’interessi, con l'adozione del modello organizzativo previsto dal D.Lgs. 231/2001 al fine di prevenire la commissioni di reati.
Tra i recenti provvedimenti del Governo contenuti nel decreto sulle liberalizzazioni, si evidenzia l’importante disposizione sul rating di legalità diretta a tutte le imprese operanti nel territorio nazionale.
L'art. 5-bis del decreto stabilisce che per promuovere l'introduzione di principi etici nei comportamenti aziendali, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato è attribuito il compito di segnalare al Parlamento le modifiche normative necessarie al perseguimento del sopraindicato scopo anche in rapporto alla tutela dei consumatori, nonché di procedere, in raccordo con i Ministeri della Giustizia e dell'Interno, all’elaborazione di un rating di legalità per le imprese operanti nel territorio nazionale; del rating attribuito si tiene conto in sede di concessione di finanziamenti pubblici da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario.

È evidente, quindi, l'importanza del convegno promosso dall'Università di Macerata che ha esaminato e posto all'attenzione dei numerosi partecipanti il bilancio sociale che, se debitamente asseverato da organismi di controllo, potrà senz'altro essere un elemento determinante ai fini della validità del rating di legalità introdotto dalla recente normativa.

Rinviamo al programma e alle slide del convegno; le slide possono essere scaricate dal link presente a fianco del nome del relatore.