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Responsabilità sociale e compliance

Sicurezza sul lavoro

20 Gennaio 2016 • di Roberto Rocchegiani

Il Documento di Valutazione dei Rischi - Formazione ASPP/RSPP

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Con questo articolo si vuole evidenziare l’importante guida che rappresenta il Documento di Valutazione dei Rischi (dvr) per la gestione delle attività di prevenzione/protezione e tutela della salute dei lavoratori

Il docente nel modulo A3 dedicato alla identificazione dei PERICOLI ed alla VALUTAZIONE DI TUTTI I RISCHI deve proiettare l’attenzione degli addetti e responsabili del servizio di prevenzione e protezione (aspp/rspp) verso la “modernità” delle attuali organizzazioni.

L’ingresso di lavoratori di diverse etnie, la maggior presenza femminile, l’aumento dell’età media dei lavoratori, sono tutti elementi di “attualità” che vanno trasferiti nel DVR, per garantire il rispetto della differenza di “genere” che renderà sempre più “globali” le nostre IMPRESE.

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Il Documento di Valutazione di Tutti i Rischi – la guida per l’operato degli ASPP e RSPP

 

 

La formazione per Addetti e Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione

Il Modulo A 3

L’individuazione e la Valutazione dei Rischi

 

 

L’ Accordo Stato Regioni del 26 gennaio 2006 determina ancora oggi i contenuti della formazione per gli ASPP e RSPP, anche se il testo unico della sicurezza porta la data del 9 aprile 2008 (DLgs 81/08), fortunatamente le valutazioni su molti dei contenuti affrontati nell’accordo del 2006 sono ancora attuali e rispecchiano i principi fondanti del DLgs 81/08.

 

In questo modulo, che è il primo di una serie di contenitori (A,B e C) indirizzati ai componenti del Servizio di Prevenzione e Protezione, quindi anche agli addetti gli ASPP, vengono affrontati degli elementi di “identificazione dei pericoli”, “valutazione dei rischi che ne conseguono”, costruzione di un “risks assessment”  dove affrontare il tema della gestione del rischio in un’ottica di “sistema” atto alla riduzione ed eliminazione degli stessi.

 

Questo modulo, il modulo A, è riservato sia agli addetti (aspp) che ai responsabili (rspp) del Servizio di Prevenzione e protezione (spp), in quanto il linguaggio della “prevenzione e protezione”, parte proprio dalla identificazione dei suoi elementi base i PERICOLI e la valutazione dei RISCHI che ne conseguono.

 

Il superamento dei test di apprendimento del modulo A, deve garantire al Datore di Lavoro (DL) che il supporto tecnico che lo “aiuterà” nella valutazione dei rischi (dvr) della sua organizzazione, abbia acquisito tutti gli strumenti necessari per l’identificazione delle strategie atte alla gestione dei rischi.

 

Una responsabilità, quella del supporto tecnico nella stesura del DVR che ricade sul RSPP, responsabilità  sicuramente residua rispetto a quella della figura “decisionale” dell’organizzazione (DL) ma non esente da possibili ripercussioni (amministrative o penali) nei casi di “negligenza” .

 

Nella logica del Testo unico della sicurezza e degli ultimi indirizzi della recente giurisprudenza, il “fattore umano” nei casi di infortuni gravi o gravissimi, è sempre riconducibile ad una “errata valutazione” nell’individuare le corrette misure preventive e protettive, atte ad evitare o quanto meno ad affievolire le conseguenze dell’incidente.

 

Nella versione di questo corso per ASPP/RSPP modulo A3 nel quale parliamo di Valutazione dei Rischi la docenza vuole trasferire un’esperienza “pratica” sugli strumenti da utilizzare per attuare un percorso condiviso di “miglioramento continuo” che porti l’organizzazione a ridurre fino a zero il rischio di infortuni e malattie.

 

In effetti nessuna organizzazione nasce priva di rischi sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (SSLL), ma qualsiasi organizzazione può verificare il “livello di rischio accettabile” ed intraprendere un cammino che attraverso l’applicazione di “interventi di miglioramento” , crei un sistema che identifichi e raggiunga degli obiettivi di eccellenza.

 

Con i discenti ci eserciteremo nell’individuazione dei pericoli, ai quali i lavoratori sono sottoposti, in quanto attori di determinate “mansioni” e presenti in determinati “luoghi di lavoro”.

 

Effettueremo delle valutazioni “macro” sui mutamenti della “popolazione lavorativa”, soffermandoci sulla differenza di “genere”, che non riguarda solo le “donne gestanti”, ma tutta una serie di nuove peculiarità dovute al cambiamento delle “organizzazioni produttive”, che vedono una maggior presenza “femminile” anche nei lavori usuranti, la presenza di differenti “etnie”, la presenza di “lavoratori e lavoratrici con età anagrafica mai raggiunta prima” (riforma Fornero).

 

Tutte queste considerazioni, devono essere trasferite nel DVR, che non potrà genericamente considerare il “lavoratore”, ma dovrà calarsi in sottocategorie che ne evidenzino i “rischi” dovuti alla specificità del “genere” di appartenenza.

 

I dati INAIL e le considerazioni sull’incremento degli incidenti “gravissimi” e sull’incremento delle domande di malattia professionale, sono dei campanelli di allarme che devono proiettare il nostro DVR verso un potenziale incremento delle ore lavorate, verso un’ipotetica “crescita del PIL”, che potrebbe trovare le organizzazioni (PMI) non preparate nella gestione dei “rischi emergenti”.

 

Anche l’SPP deve dotarsi di strumenti di raccolta dei dati aziendali, relativi :

·       agli incidenti

·       ai mancati incidenti

·       agli infortuni

·       ai mancati infortuni

·       ai luoghi o mansioni oggetto dei maggiori incidenti

·       alla frequenza degli infortuni ed alla loro gravità….

·       Ecc

 

Con il D.Lgs 151/15 dal 24 dicembre 2015, è stato abolito l’obbligo della tenuta del registro infortuni, ma è chiaro che, qualsiasi sia la forma di questo registro, i dati sulla incidenza di infortuni e near miss (mancati infortuni, quasi incidenti), sono oggi con il D.Lgs 81/08 ancor più fondamentali, e spiegheremo perché…

 

Negli ultimi anni, grazie all’utilizzo del WEB, i tecnici della prevenzione, possono trovare “on line” molte informazioni, best pratices, linee guida, modelli ecc.

Nel corso daremo gli strumenti per individuare i siti ufficiali e le modalità per il loro migliore utilizzo.

 

Nel coordinare i nostri dati all’interno del DVR inizieremo ad approfondire la “pesatura dei rischi”, questo elemento di “imput” ci permetterà di calibrare l’elemento di “output” relativo alle azioni da intraprendere sulla base della maggiore o minore rischiosità di quella “mansione” riferita a quel “genere” e/o in quel “luogo di lavoro”.

 

Il DVR, ma soprattutto il lavoro preliminare che porta alla sua stesura, il confronto con i Rappresentanti del Lavoratori per la Sicurezza (rls), il confronto con il Medico Competente (mc), l’apporto tecnico del RSPP ed infine la valutazione effettuata dal DL, sono appuntamenti che devono avere una periodicità.

 

Periodicità dovuta alle richieste degli rls, al mutamento di situazioni organizzative, al sopraggiungere di incrementi degli eventi dannosi (incidenti, infortuni, malattie professionali, sanzioni da parte degli organi di controllo ecc), ma anche dovuta alla volontà di innescare, mantenere e monitorare un percorso di miglioramento continuo.

 

Un miglioramento continuo i quali effetti non saranno percepibili solo a livello di Prevenzione e Protezione, ma anche a livello di qualità del prodotto e servizio offerto, garanzia ed affidabilità dell’organizzazione, immagine nei confronti degli stakeolder. Una creazione di valore che sicuramente verrà percepita dal nostro CLIENTE.

 

Il corso si conclude con un piccolo accenno ai Sistemi di Gestione, definiti dall’art. 30 del D.Lgs 81/08: le Linee Guida UNI INAIL e la norma OHSAS 18001, questi temi saranno oggetto di un importante approfondimento che effettueremo con gli RSPP nel modulo C1 nel quale parleremo di Organizzazione e Sistemi di Gestione.

  

 
 
 
 
 
 
 
 

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