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Corporate finance

Fonti e strumenti finanziari

17 Novembre 2013 • di Marco Caporaletti

Finanza PERLIMPRESA

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È un’azienda ancora finanziabile negli Istituti di credito italiani?
Se sì, quali sono le strade per accedere al credito in maniera più rapida e meno serpentina?

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È un’azienda ancora finanziabile negli Istituti di credito italiani?
Se sì, quali sono le strade per accedere al credito in maniera più rapida e meno serpentina?

 Molto spesso si sente ripetere la frase: “le Banche non finanziano più quindi io chiudo l’azienda” ma ciò non ritengo sia sempre un atteggiamento adeguato per chi eredita l’azienda ad esempio dai propri genitori, purtroppo nei momenti difficili bisogna fare chiarezza con gli Istituti di credito con i quali si opera.

Esiste uno strumento di garanzia verso le Banche per i finanziamenti concessi che si chiama Fondo Centrale di Garanzia che lo Stato ci mette a disposizione e molto spesso non ne siamo nemmeno a conoscenza, esso è regolato dalla legge 662/1996, art.2 comma 100, lett. a).

È vero che è rivolto alle imprese con dimensioni piccole e medie, ma con tale accezione si intende aziende che non superano 250 dipendenti e/o non superano 50 milioni di euro di fatturato quindi possono usufruire di questo strumento di garanzia la maggior parte dei player economici attivi nella nostra Regione.

Quindi se da un lato si parla per certi aspetti di un sistema bancario affannato, dall’altro forse è arrivato il momento di adottare una strategia finanziaria seria e mirata nella nostra azienda.

La gestione ed il monitoraggio della capacità aziendale di produrre la liquidità così come strutturata, parte da un’attenta scelta delle fonti di finanziamento utilizzate, fino a predisporre un’adeguata pianificazione finanziaria ben scolpita ed illuminante.

Per le realtà già attive da anni forse è il momento di riorganizzarsi seriamente sia con personale finanziario efficiente, che con le tipologie di fido già in piedi con scadenza adeguate e scelte di nuove forme di finanziamento su misura ma che utilizzino anche strumenti di garanzia offerti proprio dallo Stato.

Oggi più che mai quanto si incontra il titolare di agenzia o si discute con il capo area per la concessione di un finanziamento o un rinnovo di un fido a scadenza, sembra che spesso gli imprenditori e le società con i propri soci non abbiano sufficienti garanzie per l’approvazione dell’operazione stessa.

Di conseguenza sono le stesse Banche a chiedere di aderire ad un Confidi per coprirsi da eventuale rischio d’insolvenza, ma è bene sapere che molto spesso i Confidi poi si contro garantiscono con l’impiego del Fondo Centrale di Garanzia con un’istruttoria effettuata dal gestore chiamato Medio Credito Centrale.

Dunque se il responsabile finanziario è ben informato di queste metodologie perché non avvia le pratiche di finanziamento direttamente con soggetti che sono in contatto diretto con il Medio Credito Centrale al fine di far risparmiare ad i soci dell’azienda non pochi punti percentuali di commissioni di istruttoria richiesta dai Confidi più blasonati nel nostro territorio?

Da quanto stabilito dal recente Decreto del Fare la gestione di questa garanzia pubblica (F.C. di G.) sembra subire delle correzioni operative di non trascurabile importanza in particolare su tre punti fondamentali.

Il primo punto di cambiamento impone che i criteri di valutazione per concedere la garanzia siano meno condizionati dagli score di bilancio, ad esempio l’istruttoria si aggiorna costantemente al ciclo economico e sull’andamento del mercato finanziario e creditizio.
Un ulteriore prova del cambiamento riguardo il primo punto è quello di ridurre ulteriormente, rispetto al Decreto del 26 giugno 2012 (Salva Italia), la percentuale minima di accantonamento a titolo di coefficiente di rischio bancario che fin’ora era pari al 6%.
Sempre del primo punto fa parte anche la semplificazione delle pratiche di richiesta al Medio Credito Centrale della garanzia attraverso l’impiego di strumenti telematici.
Il secondo punto imposto dal Decreto del Fare riguarda la soppressione del 30% della somma del Fondo di Garanzia riservato agli interventi di garanzia a favore dei Confidi liberando così risorse a chi si mette in contatto direttamente con il Medio Credito Centrale.

Infine il terzo punto del cambiamento riguarda lo sblocco dell’obbligo a riservare ben l’80% delle risorse del fondo pubblico ad operazioni di importi non superiori a 500 mila euro per singolo richiedente facendo intendere che il fondo vuole spostare il baricentro della sua azione di risk reduction bancario più verso operazioni di finanziamento rivolte ad aziende più grandi di dimensioni/affidamenti ma che rientrino sempre nei canoni di PMI.

Nasce proprio ad Ancona ed è partner di Federmanager, una società di servizi finanziari che vuole risolvere questi casi di difficoltà finanziarie e si chiama la CCSA SERVIZI FINANZIARI per l’impresa, la quale in maniera sinergica con Confesercenti riesce a garantire dei servizi molto articolati ed essenziali alle aziende.

 

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